News
Exploriamo gli USA: South Dakota, alla scoperta dello "Stato del coyote"
Il South Dakota prende il nome dalla tribù di Nativi Americani Lakota (Sioux) e venne ufficialmente ammesso tra gli Stati federati il 2 Novembre 1889. Esso confina a nord con il Dakota del Nord, a sud con il Nebraska, a est con Iowa e Minnesota, a ovest con il Wyoming e il Montana. Lo Stato è diviso in 66 contee e quattro regioni: Drifit Prairie, Dissected Till Plains, le Grandi Pianure e le Black Hills.
La capitale è Pierre (13.646 abitanti, la meno popolata degli Stati Uniti dopo Montpelier nel Vermont), ma le città più grandi sono Sioux Falls (142.396 abitanti), Rapid City (62.715 abitanti) e Aberdeen (24.071 abitanti).
La popolazione totale (858.469 abitanti) secondo un censimento del 2015 è cresciuta del 5,44% in 5 anni, con un graduale abbandono delle aree rurali a favore delle città più grandi o di altri stati federali. Il fiume Missouri attraversa la parte centrale del South Dakota e ne definisce anche l’aspetto paesaggistico: a est troviamo colline basse e laghi glaciali, mentre a ovest del fiume ci sono canyon profondi e paesaggi stile western. Non a caso questa è definita la terra delle infinite diversità.
In generale il clima è continentale, con inverni freddi ed estati calde: non rare sono le precipitazioni nevose molto forti (blizzard) e i tornado.
Ma la vera ricchezza del South Dakota è nella parte suboccidentale dove si estendono le Black Hills (“Colline Nere”) ricche di minerali come oro, argento, rame e piombo: qui si trova la Homestake Mine, una delle più grandi miniere d’oro degli Stati Uniti.
ECONOMIA E EXPORT
Il PIL prodotto dal South Dakota nel 2015 è stato di 45,415 milioni di dollari (terzultimo posto prima di Wyoming e Vermont) mentre il reddito medio pro capite è stato stimato in $ 38.865 (25° tra gli stati federali).
L’economia si basa prevalentemente sul comparto agricolo (10° esportatore degli Stati Uniti nel comparto agricolo) grazie alle produzioni di fieno, mais, segale, semi oleosi, miele e grano nei vasti territori pianeggianti presenti soprattutto a est (il South Dakota è per estensione il 16° stato degli USA). Forte la presenza anche di allevamenti (in particolare bovini e suini), mentre le industrie sono prevalentemente concentrate nei settori estrattivi, trasformazione dei prodotti alimentari e lavorazione del legno.
Il South Dakota ha esportato nel 2014 circa 3,7 miliardi in beni e 1,3 miliardi in servizi (+139% nell’ultimo decennio, l’8% circa del PIL totale) grazie soprattutto alle piccole-medie aziende che costituiscono il 75% del tessuto economico. I prodotti esportati (in particolare semi oleosi, grano, cereali, carne, macchinari da costruzione e servizi creditizi) hanno visto come principali destinatari la Cina, il Canada e il Messico. In crescita anche l’export verso Cile, Arabia Saudita, Australia e Regno Unito (soprattutto nel settore dei servizi per i notevoli vantaggi dal punto di vista fiscale).
Altra fonte di reddito importante è il turismo che pesa sul PIL per circa 2 miliardi (oltre alle 33.000 persone occupate) e poggia le proprie basi soprattutto sulla varietà paesaggistica e la folta presenza dei nativi Sioux, che grazie alla loro aura leggendaria riescono ad attrarre tantissimi turisti da tutto il mondo.
Infine da un punto di vista fiscale il South Dakota è uno degli stati che offre maggiori vantaggi a chi vuole fare business negli States: infatti non esistono imposte societarie, né personali, né su eventuali profitti da capitale (capital gains tax). La sales tax è del 4.5%, tra le più basse negli Stati Uniti, ma può arrivare fino al 6% nelle città principali.
Secondo la lista stilata nel 2016 dalla CNBC il South Dakota è al 19° posto nel ranking dei migliori stati federali dove fare business e non a caso sono circa 9.600 i dipendenti (di cui 5000 impegnati nel settore manifatturiero) attualmente legati a società d’investimento estere provenienti in particolare dal Canada (2.400 dipendenti), Gran Bretagna (1.900), Germania (1.600) e Francia (1.000).
Il South Dakota, soprannominato anche lo Stato del coyote, per la massiccia presenza di questo mammifero nonostante le sue ridotte dimensioni può dunque rappresentare una meta interessante per investitori e PMI italiani ed internazionali.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Anthony Pascarella, redazione@exportiamo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
- Archivio News
- 2021
- 2019
- 2018
- 2017
- 2016
- 2015
- 2014
- 2013
- 2012
- 2011
- 2010
- 2009
- 2008