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Archivio: Settembre 2016
INVESTIRE NELLO STATO DI NEW YORK
“I newyorkesi camminano più in fretta, parlano più in fretta, pensano più in fretta. Non è necessario esserci nati per essere newyorkesi, ma dopo sei mesi tu camminerai parlerai e penserai più in fretta. E da quel momento anche tu potrai considerarti un newyorkese”. Così Edward Koch, sindaco di New York City (NYC) dal 1978 al 1989, coglie l’essenza della città simbolo e più popolosa degli USA che, con oltre 8,5 milioni di abitanti, ospita quasi la metà del totale degli abitanti (di poco inferiore ai 20 milioni) dello Stato di New York.
Frenetica, dinamica e multiculturale (circa il 20% della popolazione residente è nata all’estero) New York City è il principale centro finanziario e bancario degli USA capace di produrre ricchezza per oltre 1.200 miliardi dollari nel 2015. E’ la città delle opportunità, dove tutto è possibile e dove, anche chi non ha grandi risorse economiche da investire ma dispone di grande voglia ed attitudine al sacrificio, può sognare un futuro migliore. Oltre alla incredibile forza economica NYC garantisce standard elevati di qualità della vita e soprattutto una spiccata capacità di adattamento ai cambiamenti di natura economica, tecnologica e sociale.
Lo Stato di New York, che ospita l’omonima metropoli colonizzata dagli olandesi all’inizio del 17° secolo, è il 27esimo per estensione ed il terzo più ricco degli States preceduto solo da California ($ 2.450 miliardi) e Texas ($ 1.640 miliardi). La sua economia, come si evince dalla lettura dei dati relativi al suo PIL (nel 2015 pari a 1.455 miliardi di dollari), dipende in larga misura dalle attività che si sviluppano nella “Grande Mela”.
Ciò nonostante esistono in altre aree del territorio statale poli tecnologici di un certo rilievo:
• Fotonica (Rochester)
• Nanoelettronica (Albany)
• Information Technology (Long Island)
• Scienze ambientali (Syracuse)
• Small Scale Systems Integration and Packaging (Binghamton)
In generale i settori assicurativo-finanziario ed immobiliare rappresentano le quote più significative del PIL nazionale seguiti da servizi professionali, salute ed informatica. Anche il comparto manifatturiero, localizzato soprattutto nella parte nord dello Stato, è molto sviluppato e si dirama in svariate direzioni: dall’editoria all’abbigliamento, da macchinari ed apparecchiature ai prodotti chimici per arrivare fino a componentistica automotive ed attrezzature ferroviarie.
Riveste una certa importanza anche il settore agricolo: circa il 25% del territorio nazionale risulta essere coltivato e si rileva una considerevole produzione di frutta, verdura, formaggi e latticini, prodotti di serra e sciroppo d’acero. Non va trascurata inoltre l’industria viti-vinicola in quanto “The Empire State” è il secondo produttore di vini a livello federale dopo la California e qui si coltivano, fra le altre, uve Riesling, Seyval blanc, Chardonnay, Pinot noir e Cabernet Sauvignon.
Perche scegliere “The Empire State” per fare business?
• Posizione geografica vantaggiosa: esso è situato nel nordest degli USA e confina con New Jersey, Pennsylvania, Vermont, Massachusetts e Connecticut. Dispone inoltre di confini marittimi con Rhode Island e di confini internazionali con le province canadesi dell’Ontario e del Quebec. E’ collocato nel cuore in un’area abitata da 60 milioni di persone e si posiziona al centro del corridoio Boston - New York - Washington, in cui si registra un’enorme concentrazione di attività economiche;
• Infrastrutture all’avanguardia: il sistema dei trasporti è considerato fra i migliori a livello globale con i suoi 500 aeroporti (di cui 3 internazionali) ed i suoi 33 porti commerciali (fra i più importanti quelli di New York/New Jersey, Albany, Buffalo, Ogdensburg e Oswego). Anche la rete stradale, autostradale e ferroviaria è molto estesa e si sviluppa, nel complesso, per quasi 120mila miglia;
• Presenza di Foreign Trade Zones: le numerose FTZ presenti sul territorio offrono notevoli vantaggi a chi vuole esportare i proprio prodotti negli USA. Su tutti citiamo la possibilità di poter introdurre ed immaganizzare i prodotti nelle FTZ senza dover pagare dazi fino al momento dell’immissione in commercio, la non presenza di limiti di tempo per la permanenza delle merci immagazzinate all’interno delle FTZ, la non tassabilità delle lavorazioni effettuate sui prodotti all’interno dell’area extradoganale e delle merci che vengono riesportate;
• Sistema formativo d’eccellenza: Il sistema educativo dello stato di New York è formato oltre 6000 istituti fra pubblici e privati di cui il fiore all’occhiello è rappresentato da due delle più importanti università della Federazione: la Columbia University e la New York University;
• Consistenti investimenti statali in ricerca e sviluppo specialmente nei settori nanotecnologie, ICT, scienze ambientali e biotecnologie;
• Vasta gamma di incentivi che supportano l’avviamento di nuove attività e la crescita di quelle già esistenti;
Fra le controindicazioni per chi ha intenzione di scegliere lo Stato per avviare o espandere la propria attività di business invece troviamo senza dubbio l’elevata concorrenza ed uno dei livelli di tassazione più elevati della Federazione.
Rapporti con l’Italia
Lo Stato di NY è al centro del più ampio, ricco e attivo mercato del mondo e ciò lo rende un punto di snodo centrale per i mercati internazionali. Basti che pensare che, partendo da “The Empire State”, nel giro di appena 24 ore è possibile raggiungere e dunque consegnare prodotti a circa 1/5 della popolazione americana. L’interscambio fra l’Italia e lo Stato di New York è molto proficuo e sfiora i 5 miliardi di euro annui (dati 2013) di cui oltre 4 sono rappresentati da acquisti di prodotti Made in Italy da parte dello Stato a stelle e strisce. Lo Stato dunque offre ottime opportunità alle PMI italiane specialmente a quelle operanti nei settori dell’alta tecnologia, biotecnologie e farmaceutica. Va però sottolineato che anche in alcuni settori manifatturieri come meccatronica e food&beverage si riscontrano sostanziose chance commerciali.
Infine, leggendo le parole del celebre giornalista Tom Wolfe, gli uomini di business dovrebbero esser quasi naturalmente attratti dallo Stato ed in particolare da quella che può esser (probabilmente) considerata la città più conosciuta al mondo: “Oggi New York è un carnevale che non delude mai, e lo alimenta il denaro: il denaro che in questa città è una febbre come non era mai stato negli anni ‘60 e ‘70, quando era considerato volgare per una persona colta far sfoggio di ricchezza. Oggi non si è mai abbastanza volgari”.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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